La musica è sempre stata importante nella storia dell’uomo, accompagnandolo in moltissime sue celebrazioni e stimolando sempre nuove sensazioni ed emozioni. In antichità si pensava avesse caratteristiche spirituali o magiche in grado di aiutare le persone affette da disturbi mentali.
La scienza cominciò ad avvicinarsi a questa pratica grazie a Richard Brocklesby dottore musicista londinese che nella prima metà del 700 stipulò il primo trattato ufficiale di musicoterapia.
Bisogna attendere però gli inizi del XX secolo per vedere una vera attenzione da parte della comunità scientifica in quanto fu S.Porgeter uno dei primi medici a evidenziare la necessità di studiare meglio la musicoterapia, dato che aveva trattato con successo alcuni casi di disturbi mentali proprio utilizzando una terapia musicale.
Ad oggi la musicoterapia è usata in moltissimi paesi per trattare diversi disturbi di origine psicofisica ed esistono diversi percorsi di formazione per acquisire le competenze necessarie ad esercitare sedute di musicoterapia.
Oggi andremo a vedere come la musica applicata in ambito terapeutico può essere un grande mezzo per prevenire problematiche comuni nelle persone anziane, oltre a stimolare la capacità espressiva, motoria e di comunicazione.
La terapia musicale o musicoterapia è un trattamento riabilitativo ed educativo che viene esercitato tramite la musica.
L’obiettivo è quello di stimolare a livello mentale ed emozionale il paziente andandone a migliorare la comunicazione non verbale, la concentrazione e risvegliando competenze quali ritmo e intonazione rimaste magari sopite per molto tempo, tutto questo incidendo positivamente sull’autostima e sull’umore dell’anziano.
Grazie alle sedute di gruppo si può anche lavorare sulla condivisione e sulla fiducia nel prossimo, nonché un ottimo metodo per affrontare situazioni di solitudine che potrebbero colpire l’anziano aiutandolo a distrarre la mente.
L’ American Academy of Neurology istitut che si occupa dello studio di disfunzioni neurologiche, nel 2001 evidenzia come la musicoterapia applicata a persone malate di morbo di Alzheimer riesca a risvegliare ricordi e sensazioni sopite grazie a melodie che appartengono al bagaglio di vita del paziente.
È stato riscontrato come molti pazienti riscoprono competenze nel canto e nell’intonazione rimaste dimenticate per molto tempo e come queste aiutassero a rivivere sensazioni e ricordi del passato.
Inoltre gli incontri di musicoterapia possono dare un aiuto per quanto riguarda i riferimenti Spazio-temporali del paziente dando una regolarità nei luoghi e negli orari per creare una routine per facilitare il paziente nell’approccio alla terapia.
Gli stessi miglioramenti sono stati riscontrati anche in anziani affetti da demenza senile.
È stato dimostrato come la terapia musicale di gruppo può indurre una diminuzione della depressione in persone affette da demenza, andando a rallentare il decadimento delle funzioni cognitive e soprattutto aiutando il mantenimento della memoria a breve termine.
Oltre a questo si possono ottenere miglioramenti sulla comunicazione e sulle funzionalità motorie, oltre ad andare a stimolare pensiero e fantasia.
Patologie trattabili con la terapia musicale:
Generalmente una seduta di musicoterapia per anziani passa per due metodi differenti, una terapia detta ricettiva o passiva:
Dove tutto viene svolto con l’ascolto di musica scelta dal paziente o precedentemente dal terapeuta.
Un’altra viene detta invece musicoterapia attiva:
In questo caso è il paziente che produrrà dei suoni tramite l’ausilio di strumenti musicali o semplicemente con il proprio corpo questo per andare a sviluppare una comunicazione non verbale e creare un punto di incontro con il terapeuta o gli altri partecipanti.
In base alle esigenze degli anziani si possono scegliere sedute singole o di gruppo naturalmente tenendo sempre in considerazione le possibilità fisiche del paziente.
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