Sappiamo bene che l’acqua è un elemento vitale molto importante per noi esseri umani e per tutti gli organismi viventi.
Nonostante vi siano diversi processi fisiologici di compenso, che rispondono ad eventuali problemi per la perdita o la carenza di acqua, il nostro corpo va frequentemente in disidratazione.
Questo fenomeno si mostra non solo d’estate ma anche in inverno. Come possiamo quindi riconoscere i ‘campanelli di allarme’ e di conseguenza agire per mantenere un equilibrio idrico nel nostro corpo?
Ce lo spiega la Dott.ssa Dea Degabriel, specialista in Medicina Interna generale e medico di famiglia presso lo Studio Medico Massagno.
Ci racconti del suo percorso di studi e delle sue specializzazioni, ma soprattutto da dove è nata la sua passione per la medicina?
Sono sempre stata una persona molto curiosa; mi piaceva studiare ed imparare cose nuove. Ho sempre amato la medicina e la biologia, la conoscenza del corpo umano e degli organismi viventi.
Durante il mio percorso scolastico e formativo i miei genitori mi hanno spronata ed incoraggiata, forse anche per questo sono sempre riuscita a bilanciare lo studio con le attività extracurricolari (mentre studiavo medicina a Perugia mi occupavo anche di scoutismo).
Ma nonostante tutto è stata la medicina ha scegliere me, la sento veramente come ‘il mio posto nel mondo’. Con il tempo ho scoperto che desideravo essere un bravo dottore e che avrei potuto dedicare il mio tempo e le mie conoscenze aiutando il prossimo.
Come specialista in Medicina Interna generale e Medico di famiglia mi prendo cura dei miei pazienti come persone ed in modo olistico. Mi occupo di aiutare la persona a 360 gradi, dalla patologia acuta alla patologia cronica, collaborando con i colleghi specialisti in caso di patologie particolari che necessitano di cure specialistiche.
Parliamo ora dell’acqua; quali sono esattamente le sue funzioni nel corpo umano?
Il nostro corpo è costituito in gran parte di acqua. L’acqua è parte dei componenti fluidi del corpo come il sangue, dove vengono trasportati l’ossigeno e le sostanze nutritive, ma permette anche di idratare i tessuti, i muscoli e il funzionamento dei processi digestivi. Un’altra funzione molto importante è quella di eliminare le tossine tramite le urine ed il sudore; d’estate poi la sudorazione aiuta ad abbassare la temperatura corporea, quindi l’acqua permette anche la termoregolazione del nostro corpo. È in gran parte grazie all’acqua se riusciamo ad affrontare l’estate e l’inverno. Sottolinea la Dott.ssa Degabriel.
La disidratazione è un fenomeno che colpisce tra il 20% e il 30% degli over 65. Come mai è cosi comune tra le persone anziane?
Con l’avanzare dell’età l’anziano tende a perdere lo stimolo della sete, ma ci sono anche altri fattori che influiscono. Ad esempio l’assunzione di farmici, in particolare i farmaci diuretici che aumentano la perdita di acqua attraverso l’urina, abbassando la pressione arteriosa. Diversi organi nel corpo assorbono acqua, come ad esempio l’intestino ed i reni. I reni infatti si occupano anche di fungere da ‘filtro’ e di assorbire o eliminare l’acqua e le sostanze in eccesso dal nostro corpo attraverso appunto l’urina. L’invecchiamento riduce la funzionalità dei reni e questo porta ad un’eccessiva perdita di liquidi, più facilmente infatti l’anziano va in contro alla disidratazione. Anche un’infezione da virus intestinale, che provoca diarrea, può quindi essere causa di una rapida disidratazione nella persona anziana.
Quali sono quindi i ‘campanelli di allarme’ della disidratazione?
La prima cosa da tenere in considerazione sono gli organi che già ad occhio nudo appaiono ‘più bagnati’ come la lingua. Nel caso infatti che la lingua appaia meno umida e biancastra, dobbiamo subito provvedere all’assunzione di liquidi. Anche la pelle secca, la stitichezza, gli occhi secchi o irritati, la stanchezza, la sonnolenza e le urine scure, sono chiari segnali di disidratazione. Spiega la Dott.ssa Degabriel.
Come possiamo prevenire la disidratazione in inverno?
In inverno generalmente il senso della sete si riduce, non essendoci temperature alte come in estate. Per questo motivo è importante inserire nelle diete invernali dei nostri anziani dei pasti liquidi e caldi e tanta frutta e verdura. Le persone più anziane perdono spesso anche il senso del gusto, per questo motivo può aiutare l’introduzione di tisane durante il giorno, facendo sempre attenzione agli zuccheri.
La disidratazione negli anziani è un problema da non sottovalutare, poiché può comportare complicanze importanti sulla salute. Quali possono essere queste ripercussioni?
I problemi possono essere molteplici. Con la perdita di liquidi la pelle rischia di seccarsi e rompersi, generando arrossamenti e nel peggiore dei casi piaghe ed infezioni. È fondamentale curare la pelle secca con una lozione idratante e bere molta acqua.
La disidratazione può favorire l’insorgere di disturbi del ritmo cardiaco e provocare la riduzione della pressione arteriosa e, nei casi più gravi, portare ad alterazioni cognitive fino alla perdita di coscienza e l’insufficienza d’organo. Per fortuna il nostro corpo mette in pratica dei meccanismi di compenso, che ci aiutano transitoriamente a superare problematiche come la disidratazione. Una corretta idratazione e nutrizione è alla base per il buon funzionamento di questi meccanismi.
Il corpo è composto per oltre il 75% di acqua. Una corretta idratazione è dunque fondamentale per il funzionamento del nostro organismo e il benessere quotidiano.
Ecco alcuni consigli della Dott.ssa Degabriel per aiutare l’anziano ad idratarsi correttamente e frequentemente:
- Mantenere una dieta invernale di frutta e verdura, minestre e zuppe.
- Collocare in diversi punti della casa, ad esempio vicino al letto o alla poltrona, bottiglie d’acqua per incoraggiarlo a bere.
- Riempire un bicchiere colmo d’acqua e farlo bere in occasione dell’assunzione di medicamenti e pastiglie.
- Inserire l’ora del thè o della tisana, facendo sempre attenzione all’apporto calorico.
- Imparare a leggere i segnali che manda il corpo – osservare la lingua, la bocca e gli occhi: se risultano secchi provare a bere di più.
- In casi gravi contattare il medico di riferimento.