Dalla fotografia al lavoro per il sociale, la storia di Nathalie

foto Nathalie Maitre

Nata in Vallese, Nathalie Maître è un’assistente domiciliare di BeeCare che opera nel Mendrisiotto.

La passione per l’umano e le persone attraversa tutto il suo percorso professionale, che ha inizio nel mondo della fotografia, ma già con un occhio per il mondo socio sanitario.

“Ho frequentato la scuola di fotografia a Vevey, dopo aver seguito una preparazione di due anni come paramedico. A convincermi a tentare è stata l’occasione di un apprendistato nello studio di un fotografo, dove ho avuto l’occasione di imparare molto sulla fotografia di still life. Dopo questa esperienza mi sono specializzata a Sion” racconta Nathalie.

Reportage e ritratti

“Il mio primo lavoro è stato come reporter alla stazione sciistica di Crans Montana, in Vallese. Realizzavo dei reportage nei ristoranti per fotografare i VIP che si recavano nella località sciistica per la stagione invernale.

Al termine della stagione sono andata a Lugano per accompagnare un’amica che doveva iniziare un nuovo lavoro e qui ho trovato un’occasione anche per me. Infatti il negozio Photo Magic di Lugano mi ha preso come fotografa” spiega Nathalie, ricordando i suoi inizi come fotografa.

L’aspetto che amo maggiormente della fotografia è il lavoro di sviluppo in laboratorio, per questo non amo il digitale. La Reflex con possibilità di fare solo 36 foto richiedeva un certo impegno, ora con il digitale si sparano scatti a raffica. Le foto che amo di più sono i ritratti in bianco e nero, ma mi è sempre piaciuto anche fare gli still life per le pubblicità. Il ritratto è bello perché è uno scatto unico come è unica la persona, è una soddisfazione per me e per la persona che ho fotografato”.

A gennaio 2020 Nathalie Maître ha partecipato con una serie di scatti realizzati in Senegal alla mostra “L’impronta della nostra gente”, allestita al Torchio a Balerna, per valorizzare i talenti locali.

Il desiderio di un lavoro utile

“Nel corso della mia vita professionale è nato in me il desiderio di fare qualcosa di utile e per questo ho deciso di lavorare con i bambini in difficoltà. Ho iniziato con uno stage a Casa Santa Elisabetta a Besso, dove ho poi lavorato per dieci anni, finché non è nato il mio primo figlio. Ho quindi fatto una pausa lavorativa per seguire i miei figli” racconta l’assistente domiciliare.

“Poi ho ripreso a lavorare sempre nel campo socio sanitario: mi è sempre piaciuto il contatto umano e per questo ho scelto di fare l’assistente domiciliare.

Ora lavoro con BeeCare e mi piace essere utile alle famiglie che assisto, cerco sempre di stabilire un bel rapporto con gli anziani che accudisco ed è bellissimo farmi raccontare le loro storie.

Gli africani dicono che noi europei mettiamo gli anziani negli istituti con facilità (ovviamente a volte è necessario), mentre in Africa tengono in gran conto gli anziani, tanto che si dice che quando un anziano muore è come se bruciasse una biblioteca” conclude Nathalie Maître.

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