Che reale impatto ha avuto e sta avendo il Covid-19 in Canton Ticino? Che fetta della popolazione ha gli anticorpi contro il nuovo Coronavirus? Isolamento e sintomi Covid-19 che ripercussioni hanno avuto sul benessere delle persone?
A questi e molti altri quesiti importanti vuole rispondere il progetto di ricerca Corona Immunitas Ticino, guidato dal professor Emiliano Albanese dell’Istituto di Salute Pubblica (IPH) dell’Università della Svizzera italiana (USI) e dal professor Luca Crivelli del dipartimento di Economia Aziendale, Sanità e Sociale (DEASS) della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).
BeeCare ha l’onore di essere partner del progetto: i nostri infermieri hanno effettuato i prelievi a domicilio agli anziani che non potevano o preferivano non recarsi presso gli appositi centri per sottoporsi al test sierologico. La Dr.ssa Rebecca Amati, ricercatrice e project manager di Corona Immunitas Ticino, ci racconta di questo progetto e dell’importante ruolo svolto da BeeCare.
Un progetto nazionale per studiare la diffusione e l’impatto del Covid-19 in Svizzera
Il progetto Corona Immunitas Ticino fa parte di una ricerca di portata nazionale guidata dalla Swiss School of Public Health (SSPH+) e supportata dall’Ufficio Federale di Sanità Pubblica, da diversi Cantoni e aziende svizzere.
“Esattamente un anno fa, a marzo 2020, la Swiss School of Public Health ha lanciato un programma scientifico coordinato a livello nazionale, a cui hanno aderito le università ad essa affiliate.
Pur aderendo al protocollo condiviso nazionale, ogni istituto ha avuto e continua ad avere la possibilità di approfondire domande di ricerca specifiche sul Covid-19 a livello locale, e questo ha generato circa 40 studi diversi in tutto il territorio svizzero.” spiega la ricercatrice Rebecca Amati.
“L’obiettivo di Corona Immunitas è misurare la diffusione del Covid-19 e l’impatto della pandemia, anche a livello psicologico e sociale, sulla popolazione svizzera, con il fine ultimo di fornire alle autorità dati affidabili per sostenere il difficile processo decisionale.”
Corona Immunitas Ticino
“A luglio 2020, grazie all’importante collaborazione tra USI e SUPSI, abbiamo lanciato ufficialmente Corona Immunitas anche in Ticino. Da allora, più di 3000 ticinesi partecipano attivamente al progetto. Il campione è stato estratto casualmente dall’ufficio federale di statistica ed è rappresentativo. In questo modo quello che osserviamo può essere generalizzato a tutta la popolazione” spiega Rebecca Amati.
“Nella prima fase estiva del progetto ticinese circa 650 adulti tra i 20 e i 64 anni hanno effettuato il test sierologico. Corona Immunitas Ticino ha poi la particolarità di avere un forte focus sulle fasce di popolazione sotto i 20 e sopra i 65 anni, che sono state protagoniste della seconda fase di test sierologici, condotta tra novembre 2020 e gennaio 2021 e che ha visto il coinvolgimento di circa 1460 ticinesi”.
Ecco alcuni dei dati emersi finora:
- tra gli anziani nella fascia d’età tra i 75 e i 90 anni il 6% risulta avere gli anticorpi contro il Covid-19,
- mentre nella fascia d’età tra i 65 e i 74 anni la percentuale sale al 7%. In ogni caso percentuali basse che sottolineano l’importanza della campagna vaccinale in atto.
- Per quanto riguarda i bambini tra i 5 e i 12 anni è il 12% ad avere gli anticorpi,
- percentuale che aumenta al 18% negli adolescenti tra i 14 e i 19 anni.
- Nella fase estiva del progetto le persone tra i 20 e 64 anni ad avere gli anticorpi erano circa il 12%.
Anziani al centro: il ruolo di BeeCare
“Nella seconda fase del progetto ci siamo concentrati maggiormente su bambini e anziani, sui quali è sempre molto difficile raccogliere dati epidemiologici affidabili, anche perché sono popolazioni più difficili da coinvolgere nella ricerca” prosegue la project manager di Corona Immunitas Ticino.
Che cosa occorre fare per partecipare a questa ricerca?
“Le persone, oltre a fare un prelievo di sangue per il test sierologico, devono compilare dei questionari online settimanali e mensili per un anno. Questo implica quindi nel caso dei bambini il coinvolgimento dei genitori e per quanto riguarda gli anziani non è sempre così semplice, perché molti di loro non hanno confidenza con la tecnologia e dover compilare i questionari online può rappresentare un ostacolo.
Noi ci tenevamo ad avere anche gli anziani come parte del nostro campione rappresentativo, anche perché sono stati molto colpiti dalla pandemia e ci sembrava importante dar voce anche a loro. Abbiamo quindi deciso di avere un’attenzione particolare per dare loro la possibilità di contribuire al progetto”.
Come si sono mossi i ricercatori per coinvolgere la fascia di popolazione più avanti con l’età?
“Abbiamo predisposto una squadra di intervistatori che si occupano ogni due settimane di telefonare agli anziani per fare loro a voce le domande dei questionari. Ogni partecipante è stato affidato ad un unico intervistatore, con cui si è instaurato un rapporto di fiducia, quindi è diventato anche una compagnia per loro. Per quanto riguarda invece i prelievi abbiamo dato la possibilità di fare il prelievo a domicilio alle persone che non potevano o non se la sentivano di recarsi nei centri appositi.
Per farlo abbiamo coinvolto BeeCare che con i suoi infermieri ha effettuato circa 150 prelievi a domicilio: il 21% degli anziani che si sono sottoposti al test sierologico nell’ambito del nostro studio ha preferito fare il prelievo a casa. Abbiamo scelto BeeCare come partner per la cura e l’attenzione con cui opera, volevamo infatti essere sicuri di mettere gli anziani in buone mani. Oltre a fare i prelievi a domicilio, BeeCare ha preso in carico anche tutta la parte organizzativa, chiamando le persone per fissare gli appuntamenti sul territorio di tutto il Canton Ticino, e siamo molto grati perché è stato fatto un ottimo e preziosissimo lavoro” conclude la project manager di Corona Immunitas Ticino.