L’evoluzione della terza età: i consigli del geriatra per invecchiare bene

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Oggi a sessantacinque anni si lavora ancora, si fanno viaggi e spesso si pratica sport. Un quadro impensabile trent’anni fa, quando a sessantacinque anni iniziava inevitabilmente l’età considerata geriatrica. L’asticella dell’ingresso nell’anzianità si è spostata più avanti, di circa 10 anni.

A raccontarci questa trasformazione sociale è il dr. Med. Florenc Kola, FMH in medicina interna generale e geriatria, caposervizio Clinica Sant’Anna e medico presso il Medicentro Lema a Caslano.

L’età geriatrica inizia a 75 anni

Negli ultimi anni si è potuto osservare che le caratteristiche psicofisiche degli anziani sono diverse e che le patologie proprie della terza età si presentano con qualche anno di ritardo rispetto al passato.

“È stata la Società Italiana di Geriatria a proporre di spostare in avanti di 10 anni l’inizio dell’età geriatrica. L’inizio a 65 anni era stato fissato dal cancelliere tedesco Otto von Bismark, quindi decisamente tanto tempo fa!” spiega il medico geriatra.

Oggi due persone su tre non si sentono anziane a 65 anni e hanno un livello di performance fisica e mentale decisamente superiore rispetto a trent’anni fa. Perché l’aspettativa di vita attiva si è alzata?

“Nel mondo occidentale le persone arrivano verso la vecchiaia più colte, più attive e curate meglio grazie ai progressi della scienza e della diagnostica. Antibiotici, cure oncologiche e strumenti diagnostici più sofisticati hanno migliorato l’aspettativa di vita, che si aggira intorno a 85 anni per le donne e a 82 per gli uomini. A 65 anni quasi nessuno ha le tipiche sindromi geriatriche, come le cadute, i disturbi dell’equilibrio e della deambulazione, depressione, malnutrizione, o condizioni tipiche della persona geriatrica come l’isolamento sociale e solitudine.

In ospedale sempre più spesso viene fatta la valutazione geriatrica a partire dai 75 anni. Io me ne accorgo anche nella quotidianità che qualcosa è cambiato: ho colleghi medici che a 78 anni esercitano ancora senza problemi, l’importante è invecchiare bene!

Come si fa a invecchiare bene

Qual è quindi il segreto per invecchiare bene? Si tratta di cose semplici, ma per niente scontate. Spiega il dr. Med. Kola: “Fondamentale è uno stile di vita sano, che implica una dieta variegata (la dieta mediterranea è universalmente riconosciuta come la migliore) e fare attività fisica regolare. È molto importante poi imparare cose nuove: questo perché contribuisce a tenere lontane le patologie neurodegenerative.

Infine non bisogna dimenticare di andare regolarmente dal medico e fare prevenzione. Tutto ciò contribuisce ad aumentare l’aspettativa di vita e di mantenere una buona qualità di vita. Gli anziani oggi non sono tanto interessanti a collezionare nuovi lustri, ma vogliono vivere bene il tempo che hanno a disposizione, ovvero mantenere indipendenza e autonomia, non sentirsi un peso per gli altri.

Qualità di vita e cultura della prevenzione

Cosa significa avere una buona qualità di vita per un anziano?

“Significa poter continuare a fare le proprie attività e prendersi il tempo per fare ciò che non si è potuto fare quando si lavorava, coltivare degli interessi, viaggiare, mantenere una vita sociale attiva e fare cose nuove” spiega il geriatra, che precisa: “queste sono le condizioni ottimali a cui tendere, poi la qualità di vita si declina rispetto alla situazione di ciascuno”.

In generale mantenere una vita attiva è importante per tenere lontane condizioni o patologie come la depressione e disturbi neuro cognitivi (solo il 5% ha un’origine familiare, mentre per il resto sono influenzati dallo stile di vita, i fattori di rischio cardiovascolari o grandi lutti, ecc.) Le sindromi geriatriche sono tutte collegate tra di loro: per esempio quando arriva la depressione si inizia a mangiare male, possono arrivare delle cadute e si può rimanere sempre più isolati.

“La persona anziana va quindi trattata a 360° e per questo è importante la figura del geriatra, soprattutto per individuare con anticipo le persone fragili in età geriatrica. In ambito preventivo, è importante anche che l’anziano possa rimanere al proprio domicilio, perché la permanenza in ospedale, seppur a volte necessaria, porta l’anziano a maggiori complicanze. Faccio un esempio: il delirium, ovvero l’alterazione acuta e fluttuante nel corso della giornata dello stato di coscienza, spesso precipita durante l’ospedalizzazione, mentre a domicilio capita meno di frequente.” conclude il dr. Med. Florenc Kola.

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